Il femore è l’osso più lungo del corpo umano, indispensabile per la deambulazione. La sua frattura rappresenta uno degli infortuni più comuni e richiede un’attenta e complessa riabilitazione. Per quanto sia un evento che può verificarsi a tutte le età, sappiamo che la frattura del femore riguarda specialmente gli anziani (over 65). Il dato 2015 in Italia oscilla tra i 70.000 e i 90.000 casi di frattura femorale all’anno.
Il femore può rompersi in diversi punti, ma la frattura più comune è quella del collo del femore, fenomeno particolarmente grave in quanto limita fortemente la possibilità di camminare e in molti anziani coincide con la perdita parziale o totale dell’autosufficienza.
Vediamo dunque come si cura e quanto dura il percorso di riabilitazione.
FRATTURA FEMORE: DIAGNOSI E CURE
La diagnosi è facilmente riscontrabile tramite radiografia; più complesso è l’iter di guarigione, che nella maggior parte dei casi prevede l’intervento chirurgico a cui deve seguire un percorso di riabilitazione.
L’intervento chirurgico in seguito a frattura del femore varia per:
- punto di frattura
- età
- condizioni generali del paziente
Nei pazienti giovani si preferisce ricorrere all’osteosintesi, ovvero una tecnica che consiste nella ricostruzione della parte di osso fratturato attraverso l’uso di mezzi metallici (placche, viti, chiodi), tra i quali il più moderno è il chiodo gamma. Questo impianto prende il nome dalla lettera greca “gamma”, di cui ha la forma, e permette al paziente di riprendere in tempi rapidi i primi movimenti in posizione eretta.
La frattura del femore in soggetti anziani comunemente avviene a causa di cadute in casa per l’indebolimento delle ossa dovuto all’osteoporosi. Per questi pazienti l’intervento chirurgico prevede l’impianto di una protesi (parziale o completa).
LA RIABILITAZIONE
Nell’immediato la riabilitazione in seguito ad intervento chirurgico per frattura del femore è mirata non tanto al pieno recupero dell’allineamento dell’arto, quanto soprattutto, a riprendere le principali funzionalità e attività quotidiane, come vestirsi o provvedere alla propria igiene personale, evitando le complicazioni dovute a lunghi periodi di immobilità.
Nei primi giorni a letto sono importanti:
- esercizi di respirazione
- variazioni di postura (sempre con gamba flessa sostenuta da un cuscino)
- utilizzo di bendaggio elastico-compressivo
Dopo circa una settimana si può intraprendere un’adeguata rieducazione che coinvolge entrambi gli arti e il bacino (per controllare l’inclinazione, la rotazione del tronco e la risalita del bacino) per riprendere gradualmente a camminare, attraverso il supporto di stampelle o girello.
Gli esercizi di riabilitazione assistita prevedono:
- potenziamento muscolare (addominali, glutei e muscoli biarticolari, ovvero quelli che attraversano due articolazioni determinandone alcuni movimenti)
mobilità articolare e posturale - mobilità articolare e posturale
- stretching
- potenziamento della coordinazione (anche attraverso l’ausilio di una palla)
- controllo dinamico del capo e del tronco
- passaggi dalla posizione seduta a quella eretta e viceversa.
COMPLICAZIONI E ASSISTENZA DOMICILIARE
Nei pazienti anziani con frattura del femore la riabilitazione domiciliare rappresenta una valida alternativa a quella ospedaliera.
Le fragilità di queste persone, infatti, legate alla loro scarsa capacità di spostamento, allo stile di vita abitudinario, al delicato stato mentale, permettono di capire i motivi per i quali gli anziani stanno meglio a casa propria.
La riabilitazione domiciliare rispetto a quella in ospedale aumenta negli anziani il senso di sicurezza, protezione e comodità, con una forte e positiva incidenza anche sul successo e sui tempi di recupero.
Per questo occorre organizzare un programma riabilitativo che tenga conto della molteplicità di problemi presenti nella persona anziana che subisce questo tipo di trauma, monitorando costantemente i progressi e procedendo in modo graduale e personalizzato, in base alla condizione psico-fisica del paziente.
FRATTURA FEMORE E TEMPI DI RECUPERO
Nel percorso riabilitativo, in particolare con pazienti anziani, sono fondamentali i tempi. Bisogna intervenire in modo tempestivo, organizzando un corretto e completo piano di recupero e attivando un team multidisciplinare.
Come riportato nella rivista L’Infermiere della Federazione Nazionale Collegi Infermieri: “diverse sono le figure professionali che devono precocemente iniziare a collaborare dopo l’intervento, per instaurare un programma di riabilitazione sull’utente anziano”
Non di rado, infatti, possono verificarsi complicazioni e problemi medici che allungano il trattamento riabilitativo e i tempi di ripresa:
- infezioni
- ematomi
- emorragie interne
È facile capire come per le persone anziane, sole o con parenti che vivono lontano, il percorso riabilitativo in seguito ad un grande intervento sia particolarmente complesso.